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Pubblicato da Atlante in fede religione cultura · Martedì 07 Gen 2025 · 3:15
Tags: Scintille, di, pace, atlante, buon, consiglio
Tags: Scintille, di, pace, atlante, buon, consiglio
7 gennaio 2025
martedì
Giovanni
alla folla annunziava: “Dopo di me sta per venire colui che è più potente di
me;
io non sono degno nemmeno di abbassarmi a slacciargli i sandali.
Io vi
battezzo soltanto con acqua, lui invece vi battezzerà con lo Spirito Santo”.
Proprio in
quei giorni, da Nàzaret, un villaggio della Galilea,
arrivò anche Gesù e si
fece battezzare da Giovanni nel fiume. Mentre usciva dall'acqua,
Gesù vide il
cielo spalancarsi e lo Spirito Santo scendere su di lui come una colomba.
Allora dal cielo venne una voce: “Tu sei il Figlio mio, che io amo. Io ti ho
mandato”.
Maria
1) Questa voce con questa rivelazione non era per Gesù. Non ne aveva bisogno.
Anche il battesimo di Giovanni il Battista fu un rito al quale si sottopose
Gesù per darci un esempio.
Io lo sapevo
che Gesù era il Figlio di Dio, anche se nato da me.
Me lo aveva detto l’Angelo
il giorno che cominciò a vivere dentro di me.
Il Figlio di Dio però volle
apparire in tutto come un uomo. Unì alla sua natura divina quella umana e a me,
a voi, fino a quel momento, non aveva mostrato che l’umanità. Io avevo vissuto
con Lui quei trent’anni senza manifestazioni straordinarie. Un bambino, che
fino a qualche giorno fa hai contemplato anche tu nel presepio. Poi un ragazzo,
un giovane, come tutti gli altri ragazzi, come tutti gli altri giovani. Vivevo
il mistero, quel mistero, senza capire troppo. Credevo, sì, credevo e lo
ripetevo tante volte dentro di me, dove conservavo tutta la sua vita, e la
ripassavo contemplandola.
Gesù era
oggetto di contemplazione. La sua obbedienza a me e a Giuseppe, la sua
sottomissione, la sua laboriosità, il suo silenzio. Giovane come tutti gli
altri giovani, ma tanto differente da loro...
Una vita
passata in famiglia come gli altri, anche se nel mio cuore sentivo che non era
uguale agli altri.
Ho vissuto di
fede quegli anni. Una fede tante volte sofferta, che la sua presenza avrebbe
potuto lenire e che invece mi lasciava nel buio. Annaspando mi aggrappavo a Lui
“mandato dal Padre” per me, per tutti. Un Padre silenzioso che mi parlava solo
nel mistero della sua presenza coperta da quella fitta coltre di umanità, che
spesso stringevo a me, che stringevo a me più forte, quasi per abbracciare quel
buio per farne uscire un po’ di luce...
Buia è la fede.
E’ notte fonda. Lo è stato per me e lo è anche per te. Devi accettarla così.
Anche tu puoi stringere nel tuo cuore Gesù, ma non pretendere di riceverne
qualche rivelazione straordinaria.
Digli che
l’ami, che credi in Lui, nonostante tutto. Che vuoi contemplarlo così, nel
mistero della tua vita. Perché anche la tua vita è un mistero. Digli che
accetti questo tuo particolare stato di notte oscura. Ripetilo spesso. Dillo
quando lo contempli senza vederlo nel Sacramento dell’altare, in questo dono
incartato di pane. Ripetiamolo insieme. Ti aiuterò io. E, insieme, chiediamo il
dono della fede per te, per i tuoi cari. Dicendo che credi, che vuoi credere è
come se aprissi la porta del tuo cuore per farlo entrare, perché è lì che sta
già bussando, è lì che vuole farti vedere la sua luce.
Ora non dire
più nulla. Ama. Contempla. Adora. Silenzio.